
Sono d'accordo con Marco
Dominici che il dibattito sulla scuola "digitale” debba andare
dalla pedagogia alla tecnologia e non viceversa. I programmi e le
apparecchiature tecniche devono essere al servizio della didattica e
dell'apprendimento e non il contrario ma questo è un errore di
valutazione e di approccio che si commette spessissimo quando non si
ha esperienza nell'insegnamento in classe e se non si ha la fortuna,
o la voglia, di parlare delle proprie esperienze didattiche con altri
colleghi e confrontare aspettative, modi operativi e risultati. Io in questo aspetto sono molto fortunato: ho alcuni validi colleghi con cui condivido dubbi, idee, scazzi, delusioni e successi.
Tra i bravi colleghi ce n'è una che mi dice sempre: “Prima pensa all'obiettivo didattico
che vuoi raggiungere e alle attività che vuoi fare per raggiungerlo:
dopo, solo dopo, valuta se c'è qualche programma informatico che ti
permette di raggiungere quel risultato meglio dei metodi
“tradizionali” e “classici” e se c'è, fai l'attività con
l'ausilio della tecnologia, altrimenti no.”
La mia collega ha
ragione, e ha ragione da vendere anche quando dice che l'approccio è
molto più importante delle attrezzature a disposizione. Se non sai o
non vuoi fare una lezione interattiva, comunicativa, collaborativa o
cooperativa e centrata sullo studente, anche se hai a disposizione
100 computer o tablets e connessione wifi a velocità pazzesca, farai una lezione
povera e non interattiva, non comunicativa ecc ecc. : se non sei
comunicativo, non sei comunicativo né con il computer né senza
computer. Se i tuoi studenti si annoiano con te si annoiano sia in
una lezione “povera” di tecnologia che in un aula multimediale.
Sul tema della creatività
e del gusto delle emozioni, penso che la creatività (nostra e dei
nostri studenti) si possa stimolare anche con elementi tecnologici,
dipende come li usiamo. E gli strumenti virtuali possono essere
amplificatori delle emozioni e delle sensazioni, senza dubbio. Penso alla
musica, ai suoni in generale, alle immagini. Se ho a disposizione uno
schermo e un computer con casse acustiche posso introdurre,
supportare, stimolare e coinvolgere di più e meglio gli studenti ma,
in questo caso come in qualsiasi tipo di lezione (in presenza o meno)
devo programmare, pensare e valutare, indipendentemente dal mezzo che
ho a disposizione.
Per parlare della mia
esperienza pratica, io in classe, e fuori della classe, uso computer
e programmi vari per attività di grammatica, interazione e
produzione orale, lessico, ecc ecc. E faccio anche tante attività a
“materiale zero”, come dice Chaz Pugliese, ma non faccio solo
quelle.
L'importante è avere la mente aperta e avere un approccio
centrato sullo studente, senza avere paura del nuovo (o dell'antico)
ma integrare il tutto pensando all'apprendimento efficace degli
studenti.
P.S. Il dibattito sul gruppo Facebook è stato (ed è) interessante e vale la pena seguire gli interessanti interventi, fra gli altri, di Paolo Gimmelli e Francesca Della Puppa.
Nessun commento:
Posta un commento